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Egitto: Hamas, Hezbollah e Iran dietro a Mohamed Morsi

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L’ex Presidente islamista egiziano, Mohamed Morsi, nel 2011 fu fatto fuggire di prigione da un commando di miliziani appartenenti ad Hamas e a Hezbollah con una operazione congiunta che mirava a destabilizzare l’Egitto e a consegnarlo in mano a una entità, la Fratellanza Musulmana, contraria agli accordi di pace con Israele.

E’ quanto emerge dal processo contro Mohammed Morsi e altri 18 membri della Fratellanza Musulmana il quale ieri ha visto un altro capitolo che ha svelto un fatto finora inedito, cioè che Mohamed Morsi altro non sarebbe che un evaso e per questo nemmeno poteva partecipare alle elezioni presidenziali egiziane.

Ma il fatto inquietante sarebbe proprio la modalità e il fine della sua fuga di Mohamed Morsi, avvenuta nel pieno delle dimostrazioni contro Mubarak. Ad irrompere nelle prigione Wadi-Natroun sarebbe stato un commando di Hezbollah che godeva dell’appoggio logistico di Hamas. Già questa rivelazione è rivoluzionaria perché dimostra che dietro alle proteste contro Mubarak non c’era solo il Qatar ma anche l’Iran in quanto i terroristi di Hezbollah rispondono solo a Teheran. Non è un caso che una delle prime decisioni prese da Mohamed Morsi sia stata proprio quella di riaprire le relazioni con Teheran e di permettere a navi da guerra iraniane di entrare nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, una cosa che non sarebbe mai avvenuta con Mubarak al potere.

Facile supporre i motivi che hanno spinto gli iraniani ad appoggiare il regime di Mohamed Morsi e della Fratellanza Musulmana. In primo luogo si sarebbero messi in discussione i trattati di pace con Israele, cosa che è puntualmente avvenuta con l’avvento di Morsi, e più avanti Teheran avrebbe avuto campo libero per far arrivare armi nella Striscia di Gaza. Infatti risale proprio a quei mesi la comparsa nelle mani di Hamas dei missili Fajr 5 che hanno colpito persino i sobborghi di Tel Aviv. In secondo luogo Teheran avrebbe avuto al suo fianco il più popoloso Paese arabo sunnita, un colpo contro le monarchie del Golfo e soprattutto contro Israele.

I fatti emersi ieri dal processo contro Mohamed Morsi e la Fratellanza Musulmana mettono in evidenza il grossissimo rischio corso dal mondo libero nel caso in cui l’Egitto fosse finito sotto l’area di influenza iraniana e ci spiegano  anche il perché tutte le monarchie del Golfo abbiano appoggiato incondizionatamente  la controrivoluzione che ha deposto Mohamed Morsi. Ma soprattutto mettono in evidenza il rischio corso dalla popolazione egiziana che, per fortuna, si è svegliata prima che fosse troppo tardi.

Sarah F.


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